Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9239 del 29 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:9239PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La motivazione di un provvedimento cautelare deve essere logica, coerente e non contraddittoria, senza ricorrere a mere supposizioni o congetture per superare dichiarazioni specifiche e circostanziate della persona offesa o di altri testimoni. In particolare, il giudice non può arbitrariamente retrodatare o modificare la cronologia dei fatti fornita dalla persona offesa, senza adeguata giustificazione fondata su elementi di prova certi. Inoltre, elementi di prova neutri o incongruenti con l'ipotesi accusatoria non possono essere valorizzati in modo illogico per sostenere l'attendibilità delle dichiarazioni di accusa, in assenza di un effettivo riscontro probatorio. Il rispetto di tali principi è essenziale per assicurare la legittimità e la correttezza del provvedimento cautelare, a tutela dei diritti fondamentali della persona sottoposta a restrizione della libertà personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. SILVESTRI Giovanni - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) IA. AL. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 16/08/2007 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO Massimo; Sentiti, altresi', in camera di consiglio:

- il Pubblico Ministero, in persona del Dott. MURA Antonello, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

- il difenso…

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