Il giudice amministrativo, nell'esercizio della propria funzione di tutela giurisdizionale, può ordinare all'amministrazione di ottemperare ad una propria precedente sentenza passata in giudicato, dichiarando la nullità degli eventuali atti elusivi adottati dalla pubblica amministrazione e, in caso di persistente inerzia, nominare un commissario ad acta che si sostituisca all'amministrazione inadempiente al fine di dare esecuzione alla sentenza. Tale potere di ottemperanza, previsto dagli artt. 112 e 114 del Codice del processo amministrativo, costituisce uno strumento essenziale per garantire l'effettività della tutela giurisdizionale e il rispetto del principio di legalità dell'azione amministrativa, impedendo che le determinazioni del giudice possano essere eluse o disattese dalla pubblica amministrazione. Il giudice, nel valutare la fondatezza del ricorso per ottemperanza, deve verificare la sussistenza dei presupposti di procedibilità, quali il passaggio in giudicato della sentenza da eseguire e la mancata ottemperanza da parte dell'amministrazione, nonché la legittimità e la correttezza delle statuizioni contenute nella sentenza stessa. Ove tali condizioni siano soddisfatte, il giudice è tenuto ad accogliere il ricorso, ordinando l'esecuzione della precedente pronuncia e, in caso di persistente inerzia dell'amministrazione, a nominare un commissario ad acta che si sostituisca ad essa. Tale potere di ottemperanza, esercitato nel rispetto del principio di separazione dei poteri, rappresenta un presidio essenziale per garantire l'effettività della tutela giurisdizionale e il rispetto della legalità dell'azione amministrativa.