Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11045 del 15 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:11045PEN

Massima

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La condotta diffamatoria, anche se posta in essere in uno stato d'ira determinato dalla percezione di un fatto ritenuto ingiusto, non è scriminata ai sensi dell'art. 228, comma 2, del codice penale militare di pace, qualora tale percezione non sia ragionevole, plausibile e logicamente apprezzabile, ma si riveli pretestuosa e frutto di una incapacità del soggetto agente di governare con la necessaria autorevolezza il contesto organizzativo e relazionale in cui opera. La causa di non punibilità della provocazione, infatti, richiede che il fatto ritenuto ingiusto dall'agente integri una effettiva lesione di regole di civile convivenza, valutata in base a un giudizio oggettivo, e non possa fondarsi sulla mera percezione soggettiva dell'agente, anche se erronea, di una violazione di tali regole. Pertanto, la diffamazione militare commessa in uno stato d'ira determinato dalla sola sensazione di sfiducia e scarsa considerazione da parte dei sottoposti, in assenza di un effettivo comportamento provocatorio da parte delle persone offese, non può essere scriminata ai sensi della citata disposizione, risultando la condotta dell'imputato conseguenza della sua incapacità di esercitare con autorevolezza il comando affidatogli.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta da:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Ca.Do. nato a R il (Omissis)
avverso la sentenza del 29/09/2022 della CORTE MILITARE APPELLO di ROMA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere DANIELE CAPPUCCIO;
lette le conclusioni rassegnate, ai sensi dell'art. 23, comma 8, d.L. 137/2020, dal Procuratore generale militare, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilità del ricorso, e dal difensore del ricorrente, che ne ha chiesto l'accoglimento;
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 29 settembre 2022, la Corte militare di appello ha confermat…

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