Il dolo eventuale è configurabile quando l'agente, pur non volendo direttamente il verificarsi dell'evento lesivo, se ne rappresenti la possibilità come conseguenza della propria condotta e vi accetti il rischio, come nel caso di chi, nel corso di una discussione, allenti deliberatamente il guinzaglio di un cane, prefigurandosi e accettando che l'animale possa mordere la persona fronteggiata. In tali ipotesi, le dichiarazioni della persona offesa e di eventuali testimoni oculari, se coerenti e sorrette da elementi di riscontro, possono fondare la responsabilità dell'imputato per il reato di lesioni personali volontarie, senza che assuma decisiva rilevanza la successiva valutazione medica circa la natura e l'origine della lesione, atteso che il giudice di merito può legittimamente ritenere più attendibili le dichiarazioni testimoniali rispetto alle risultanze sanitarie, specie quando queste ultime presentino profili di incertezza o contraddittorietà. Pertanto, la sentenza di condanna può essere legittimamente fondata sulla valutazione complessiva degli elementi probatori acquisiti, senza che sia necessario disporre una perizia medico-legale, qualora le prove raccolte risultino comunque idonee a dimostrare la riferibilità psicologica del fatto all'imputato e la sussistenza del reato contestato.