Il provvedimento che conferma l'eseguibilità di una misura personale di prevenzione, rimasta sospesa a causa dello stato di detenzione carceraria del destinatario, non è impugnabile con ricorso per cassazione, bensì con appello ai sensi del D.Lgs. n. 159 del 2011, art. 10, trattandosi di decisione equiparabile a quella afferente l'esecuzione del provvedimento definitivo, il cui regime giuridico è fissato dall'art. 11 del medesimo decreto legislativo. Ciò in quanto la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che avverso tali provvedimenti non è esperibile il ricorso per cassazione, ma l'appello, in quanto la relativa decisione è equiparabile a quella afferente l'esecuzione del provvedimento definitivo, il cui regime giuridico è disciplinato dall'art. 11 del D.Lgs. n. 159/2011. Tale principio trova applicazione anche nel caso in cui il provvedimento confermi la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, precedentemente applicata al destinatario. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto avverso il decreto che rigetta l'istanza di revoca di tale misura di prevenzione deve essere qualificato come appello e, di conseguenza, gli atti devono essere trasmessi alla Corte di appello competente per il nuovo esame.