Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'accertamento della responsabilità di un'impresa per la partecipazione ad un'intesa restrittiva della concorrenza vietata dall'art. 101 TFUE può fondarsi sia sulla prova di un accordo espresso tra le imprese, sia sulla dimostrazione di una "pratica concordata", ossia di una convergenza di comportamenti tra le imprese coinvolte che non abbia altra spiegazione se non quella di una comune volontà collusiva di alterare il mercato. In quest'ultimo caso, il giudice amministrativo deve verificare se la convergenza dei comportamenti delle imprese, in particolare in relazione agli elementi economici dell'offerta, come la scontistica, sia tale da indurre a ritenere l'esistenza di una pratica concordata anticoncorrenziale, anche sulla base di elementi indiziari come la documentazione relativa ai contatti tra i responsabili delle imprese. Inoltre, ai fini della responsabilità, è sufficiente che l'impresa faccia parte di un'unità economica collegata alle altre imprese coinvolte nell'intesa, anche se non abbia partecipato direttamente alla gara oggetto della stessa. Il sindacato giurisdizionale del giudice amministrativo su tali accertamenti si limita alla verifica della loro ragionevolezza e non si estende alla sostituzione delle valutazioni tecniche dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.