Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La procedura espropriativa è legittima anche in assenza di una formale comunicazione di avvio del procedimento ai proprietari del bene, qualora risulti accertato che gli stessi non siano censiti negli atti anagrafici del Comune e non abbiano avuto conoscenza degli atti del procedimento, essendo residenti all'estero. In tali casi, la notifica degli atti alla procuratrice speciale dei proprietari, che risulti essere erede del dante causa, è sufficiente a integrare il contraddittorio. Inoltre, la rinnovazione di atti della procedura espropriativa, come il decreto di esproprio e la determinazione dell'indennità, è legittima qualora sia finalizzata a correggere meri errori materiali, senza che ciò comporti la necessità di revocare in autotutela gli atti precedentemente adottati. Infine, la dichiarazione di pubblica utilità contenuta nell'atto di approvazione del progetto definitivo dell'opera pubblica, adottato nel rispetto delle procedure previste, è idonea a legittimare il successivo decreto di esproprio, anche in assenza di una nuova e formale dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dell'opera, purché il decreto di esproprio sia emanato entro il quinquennio di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità.