Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 24154 del 10 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:24154PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunto dalla modalità e dalle circostanze della condotta delittuosa, nonché dalla personalità dell'indagato, con particolare riferimento alla sua pregressa attività criminosa e alla reiterazione di condotte analoghe, anche in presenza di precedenti provvedimenti di clemenza. Il giudice deve valutare globalmente tali elementi per verificare l'attualità e la concretezza del pericolo, al fine di adottare la misura cautelare più adeguata e proporzionata alle esigenze cautelari emerse nel caso concreto, secondo il principio di gradualità del sacrificio imposto all'indagato. La valutazione del giudice di merito in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari è sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o violazione di specifiche norme di legge, senza che sia consentita una diversa valutazione delle risultanze probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA Rocco Marco - Presidente

Dott. MENICHETTI Carla - Consigliere

Dott. GIANNITI Pasquale - rel. Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - Consigliere

Dott. PAVICH Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 46/2016 del 19 febbraio 2016 del Tribunale del riesame di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIANNITI Pasquale;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brinsidi con…

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