Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19980 del 9 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:19980PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il dolo specifico di danneggiamento seguito da incendio, che si configura quando l'agente utilizza il fuoco al solo scopo di danneggiare un bene senza prevedere la verificazione di un incendio di notevoli proporzioni, diffusivo e non facilmente estinguibile, si distingue dal dolo generico del delitto di incendio, che richiede la volontà di cagionare un evento di vaste proporzioni, diffusivo e non facilmente contenibile. Pertanto, quando le fiamme siano appiccate con la coscienza e volontà di provocare un fenomeno di entità notevole e deflagrante, secondo la nozione di incendio richiesta per integrare il delitto di cui all'art. 423 c.p., è applicabile tale ultima norma e non l'art. 424 c.p., nel quale l'incendio è contemplato come evento estraneo all'intenzione dell'agente. Ai fini della configurabilità del dolo di incendio, il giudice di merito può fondare il proprio convincimento sulla vastità delle fiamme, la completa distruzione dell'edificio e dei suoi arredi, la pluralità dei focolai con accumulo di materiale infiammabile, nonché sull'atteggiamento di soddisfazione manifestato dall'imputato per aver realizzato il suo proposito criminoso. Inoltre, il delitto di incendio non opera una funzione assorbente rispetto al tentativo di estorsione, realizzato mediante la distruzione di un bene materiale e l'invio di messaggi intimidatori, in quanto non converge interamente in tale altra figura criminosa, perdendo la sua autonomia e divenendo elemento costitutivo o circostanza aggravante dell'altro. Infine, la determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 62-bis, 132 e 133 c.p., rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale è tenuto a motivare adeguatamente il rigetto della richiesta di applicazione delle attenuanti generiche e l'aumento della pena base per le circostanze aggravanti e la continuazione, senza che ciò imponga uno sforzo giustificativo particolarmente analitico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1427/2010 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 26/01/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONICA BONI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Policastro Aldo che ha concluso per annullamento senza rinvio per il delitto di cui agi articoli 56 e 629 c.p. e rigetto nel resto.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.