Il diritto di richiedere l'assegnazione in sanatoria di un alloggio di edilizia residenziale pubblica occupato senza titolo non può essere negato per il solo fatto che l'ingresso nell'alloggio sia avvenuto senza l'autorizzazione delle autorità competenti, in assenza di violenza o condotte penalmente rilevanti. La violazione della legge penale, quale causa ostativa alla sanatoria ai sensi dell'art. 36, comma 6, della L.R. Abruzzo n. 96/1996, deve essere valutata in concreto con riferimento a comportamenti espressivi di destrezza, inganni o raggiri nell'occupare l'immobile, sia al momento dell'ingresso che durante la permanenza abusiva, e non può essere desunta automaticamente dalla mera circostanza che l'occupante abbia trattenuto le chiavi dell'alloggio consegnategli dall'originario assegnatario per ragioni di assistenza, senza restituirle tempestivamente all'ente gestore. Ove l'occupazione risulti pacifica e priva di connotati fraudolenti, la domanda di sanatoria non può essere respinta per il solo fatto che l'ingresso nell'alloggio sia avvenuto senza l'avallo delle autorità competenti, essendo tale presupposto implicito in ogni occupazione abusiva. L'ente gestore, inoltre, è tenuto a svolgere un'attività di vigilanza e monitoraggio sull'immobile, al fine di rilevare tempestivamente eventuali condotte ostruzionistiche o elusive da parte dell'occupante, senza le quali non può ritenersi integrata la causa ostativa alla sanatoria prevista dalla normativa.