Il documento formato mediante fotocomposizione, che appaia come atto giudiziale idoneo ad abilitare alla riscossione di una somma di denaro, integra il reato di falsità materiale commessa dal privato in certificato amministrativo ai sensi degli articoli 477 e 482 del codice penale, in quanto, pur essendo una riproduzione fotostatica di altro documento previamente alterato, non si presenta come copia ma con l'apparenza di un documento originale, idoneo a trarre in inganno i terzi in buona fede. Il reato di truffa di cui all'articolo 640 del codice penale sussiste anche qualora il reo abbia successivamente recuperato i beni oggetto della condotta fraudolenta, in quanto tale circostanza, essendo un mero post factum, non incide sulla consumazione del reato. Il giudice di merito può legittimamente negare la concessione della circostanza attenuante della collaborazione di cui all'articolo 62, numero 6, del codice penale, qualora non emerga dagli atti che l'imputato si sia in qualche modo attivato per consentire il rinvenimento della merce acquistata con i finanziamenti indebitamente percepiti.