Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25573 del 18 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:25573PEN

Massima

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Il falso in scrittura privata, anche in assenza di una formale querela di parte offesa, può integrare gli estremi del reato di truffa qualora la formazione di un documento contrattuale privo di consenso della controparte sia finalizzata all'induzione in errore e all'ingiusto profitto dell'autore del reato. Il sequestro preventivo delle somme indebitamente ottenute attraverso tale condotta fraudolenta è legittimo in quanto il denaro rappresenta il profitto del reato, la cui libera disponibilità da parte dell'imputato potrebbe aggravare le conseguenze del fatto illecito. La tardività della querela per il reato di falso non è ravvisabile qualora la persona offesa abbia avuto conoscenza della falsità del documento solo in un momento successivo all'evento lesivo, essendo in tal caso il termine per la presentazione della querela da computarsi a partire da tale successiva acquisizione di consapevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 07/11/2008 TRIB. LIBERTA' di CUNEO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. BARTOLINI FRANCESCO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.

IL FATTO ED I MOTIVI DEL RICORSO PER CASSAZIONE

Il GUP - Tribunale di Alba rinvio', con provvedimento 19 dicembre 2007, a giudizio G…

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