Cassazione penale Sez. III sentenza n. 4001 del 1 febbraio 2001

ECLI:IT:CASS:2001:4001PEN

Massima

Massima ufficiale
Ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 733 c.p. (danneggiamento del patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale) occorre verificare se dal fatto sia derivato un danno patrimoniale archeologico nazionale, atteso che tale nocumento costituisce una condizione obiettiva di punibilità, nonché accertare che l'agente proprietario della cosa danneggiata sia consapevole del rilevante pregio del bene, anche se in assenza della imposizione del vincolo previsto dalla legge 1 giugno 1939, n. 1089, che non costituisce un elemento presupposto dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

Svolgimento del processo
1. Con sentenza del 20.10.1999 la corte d'appello di Napoli ha integralmente confermato quella resa il 10.10.1998 dal pretore di Benevento, che aveva dichiarato S. F. colpevole di alcuni reati in materia urbanistica e ambientale, riuniti nella continuazione, e lo aveva condannato alla pena di un mese di arresto e lire 25.000.000 di ammenda, ordinando il ripristino dello stato dei luoghi alterato da uno scavo eseguito nel terreno.
Più esattamente il F. era stato imputato dei seguenti reati:
a) art. 20 lett. C) legge 47/1985, in relazione agli artt. 1 lett. m) e 1 sexies legge 431/1985 perché in un fondo di sua proprietà, sito in zona di interesse archeologico, aveva costruito un lungo muro di recinzione, senza l'autorizzazione di cui all'art. 7 legge 29.6.1939 n. 1497 (accertato il 22.6.1996);
b) artt. 1 sexies legge 431/1985 e 20 lett. c) legge 47/1985, perché nella suddetta area, di interesse archeologico, aveva eseguito lavori d…

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