Il principio di prossimità e di autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani impone che il trattamento dei rifiuti avvenga negli impianti più vicini al luogo di raccolta, all'interno dell'Ambito Territoriale Ottimale (ATO) di appartenenza del Comune conferente, al fine di ridurre il più possibile l'impatto ambientale connesso ai trasporti. Pertanto, il titolare di un impianto di trattamento rifiuti ubicato in un ATO diverso da quello del Comune conferente non ha un interesse diretto, concreto e attuale a contestare l'autorizzazione rilasciata ad un impianto operante nell'ATO di appartenenza del Comune conferente, salvo il caso di comprovata carenza impiantistica nell'ATO di riferimento, in quanto tale possibilità di accaparramento di quote di mercato costituisce ipotesi meramente eventuale e residuale. La disciplina in materia di gestione dei rifiuti urbani, infatti, è finalizzata a ridurre il più possibile l'impatto sul territorio conseguente allo spostamento fisico dei conferimenti, che resta pertanto ipotesi eccezionale.