Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18651 del 14 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:18651PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La minaccia, quale reato contro la persona, sussiste quando l'agente, con parole o comportamenti, cagiona nella vittima un fondato timore di un male ingiusto e imminente, indipendentemente dall'effettiva volontà di realizzare la minaccia. Tuttavia, il contesto in cui le espressioni minacciose sono pronunciate può essere rilevante ai fini della valutazione della gravità della condotta e dell'applicabilità di circostanze attenuanti, come la particolare tenuità del fatto, purché le modalità della condotta, l'esiguità del danno o del pericolo e la non abitualità del comportamento rendano l'offesa particolarmente lieve. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione di tali elementi, sindacabile in sede di legittimità solo in presenza di vizi logici o giuridici. Inoltre, in caso di depenalizzazione del reato, il giudice penale non conserva il potere di decidere sulle istanze civili conseguenti al fatto non più previsto dalla legge come reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/04/2015 del TRIBUNALE di SANTA MARIA CAPUA VETERE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/02/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCARLINI ENRICO VITTORIO STANISLAO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI LEO GIOVANNI, che ha concluso per l'annul…

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