Il provvedimento amministrativo di annullamento in autotutela di un titolo edilizio legittimamente rilasciato è legittimo solo se supportato da un interesse pubblico specifico, distinto dal mero interesse al ripristino della legalità, che a seguito di un giudizio di comparazione prevalga sull'interesse del privato al mantenimento dell'atto. Tale motivazione deve essere tanto più rigorosa quanto più risalente nel tempo è l'atto che si va ad annullare, tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati. In particolare, nell'ambito edilizio, l'annullamento in autotutela di una concessione edilizia è di regola considerato ragionevole entro il termine massimo di dieci anni dal suo rilascio. Inoltre, l'amministrazione deve dare adeguato conto della sussistenza di un concreto e specifico interesse pubblico prevalente, valutando attentamente le circostanze del caso, come la preesistenza del vincolo all'opera, l'assenza di pregiudizi effettivi causati dall'opera stessa, nonché il decorso di un lungo lasso di tempo dall'abuso originario e dalla successiva sanatoria. In difetto di tali elementi, l'annullamento in autotutela risulta illegittimo per violazione dell'art. 21-nonies della legge n. 241/1990.