Il provvedimento di revoca di un atto amministrativo espansivo della sfera giuridica del destinatario, pur se legittimo, comporta l'obbligo per l'amministrazione di corrispondere un indennizzo al soggetto direttamente interessato, ai sensi dell'art. 21-quinquies della legge n. 241/1990 e dell'art. 158 del d.lgs. n. 163/2006. Tale indennizzo, avente natura risarcitoria, deve essere commisurato al mancato guadagno derivante dalla mancata realizzazione dell'opera, calcolato sulla base del valore delle opere originariamente previste e non sulla base di successive modifiche progettuali abnormemente incrementative del costo complessivo, ove tali modifiche non siano state assistite dai necessari presupposti di legittimità. L'amministrazione è tenuta a corrispondere tale indennizzo anche qualora il soggetto interessato fosse a conoscenza delle criticità e perplessità manifestate in ordine alla legittimità e all'opportunità della realizzazione dell'opera, non potendosi in tal caso ravvisare un affidamento incolpevole. Tuttavia, le spese progettuali sostenute dal soggetto interessato sono da ritenersi già comprese nell'indennizzo e non possono essere oggetto di una autonoma richiesta di rimborso. Infine, il ritardo nell'adozione del provvedimento di revoca non è di per sé sufficiente a determinare l'illegittimità del provvedimento stesso, qualora tale ritardo risulti giustificato dalle difficoltà procedimentali incontrate e dalla necessità di acquisire i prescritti pareri.