Cassazione penale Sez. II sentenza n. 29524 del 13 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:29524PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura anche quando il soggetto, pur non avendo partecipato direttamente alle condotte estorsive, si sia avvalso del prestigio e dell'influenza derivanti dalla sua appartenenza a un contesto di criminalità organizzata per imporre alle vittime il pagamento del "pizzo". Ciò in quanto l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, conv. in l. n. 203 del 1991, ha natura oggettiva e si trasmette a tutti i concorrenti nel reato, indipendentemente dalla loro partecipazione diretta alle condotte delittuose. Inoltre, il metodo mafioso può essere integrato anche attraverso il solo riferimento, da parte degli estorsori, all'esistenza di un contesto di criminalità organizzata a cui sono destinate le somme illecitamente acquisite, senza che sia necessaria la menzione esplicita dell'appartenenza degli indagati a un'associazione mafiosa. Ciò in quanto la ratio della citata aggravante è quella di reprimere l'utilizzo del metodo mafioso, a prescindere dalla partecipazione a reati associativi, quando tale metodo sia impiegato per coartare la volontà della vittima. Pertanto, la sussistenza della circostanza aggravante può essere desunta anche da elementi indiretti, come il riferimento alla destinazione del denaro estorto "al paese" o "ai detenuti", che rivelino l'esistenza di un contesto di criminalità organizzata a cui gli indagati hanno fatto ricorso per realizzare il reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA Marco Mar - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza n. 2737/16 in data 02/01/2017 del Tribunale di Catania in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Marco Maria Alma;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Baldi Fulvio, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore dell'indagato, Avv. (OMISSIS), che ha…

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