Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di rinvio è vincolato al rispetto del principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione in sede di giudizio rescindente, nonché alle questioni di fatto costituenti presupposto necessario ed inderogabile della pronuncia, senza poter rimettere in discussione tali elementi. Pertanto, il giudice di rinvio non può riesaminare le questioni già decise dalla Corte di Cassazione, in quanto ciò tenderebbe a porre nel nulla o a limitare gli effetti della pronuncia di legittimità, la quale fissa il principio di diritto non in via meramente astratta, ma agli effetti della concreta decisione della lite. I limiti del giudizio di rinvio non sono soltanto quelli derivanti dal divieto di ampliare il thema decidendum, ma anche quelli inerenti alle preclusioni che discendono dal giudicato implicito formatosi con la sentenza di cassazione. Tuttavia, l'applicabilità dello ius superveniens, come la Legge n. 183 del 2010, art. 32, non opera indiscriminatamente, ma deve essere coordinata con i principi che regolano l'onere dell'impugnazione e le relative preclusioni, con la conseguenza che la sua operatività trova ostacolo nel giudicato interno formatosi in relazione alle questioni sulle quali avrebbe dovuto incidere la normativa sopravvenuta. Pertanto, in assenza di un giudicato interno ostativo, lo ius superveniens può trovare applicazione anche nei giudizi in corso, purché nel rispetto dei limiti derivanti dall'onere di impugnazione e dalle relative preclusioni.