Il rilascio in sanatoria del permesso di costruzione ai sensi della legge n. 47 del 1985 estingue esclusivamente il reato edilizio di cui all'art. 44, lett. a) del D.P.R. n. 380 del 2001, mentre rimangono integri gli altri reati contravvenzionali connessi alla realizzazione di opere edilizie in assenza di nulla-osta dell'autorità preposta alla tutela del vincolo paesaggistico-ambientale, senza progetto esecutivo e senza il preventivo deposito degli atti progettuali presso l'Ufficio del Genio Civile, ai sensi degli artt. 64, 65, 71, 72, 83 e 95 del D.P.R. n. 380 del 2001 e dell'art. 163 del D.Lgs. n. 490 del 1999. La totale o parziale difformità dell'opera realizzata abusivamente rispetto a quanto autorizzato è del tutto irrilevante ai fini della configurabilità di tali reati, essendo necessario il previo rilascio del nulla-osta da parte dell'autorità competente. L'eliminazione di una sola delle opere abusive, come la demolizione della scala in cemento armato, non è sufficiente a determinare l'estinzione del reato di cui all'art. 163 del D.Lgs. n. 490 del 1999, essendo necessaria la completa rimessione in pristino dell'area o dell'immobile soggetto a vincolo paesaggistico, ai sensi dell'art. 181, comma 1-quinquies, del D.Lgs. n. 42 del 2004. Infine, nessuna delle contravvenzioni per le quali l'imputata è stata dichiarata colpevole risultava prescritta alla data di emissione della sentenza di secondo grado, tenuto conto della sospensione del relativo termine di prescrizione per il rinvio del dibattimento chiesto dalla difesa.