Il diritto di rinuncia alla concessione demaniale marittima da parte del concessionario è disciplinato in modo tassativo dall'art. 44 del Codice della Navigazione, il quale prevede tale facoltà solo in caso di revoca parziale della concessione o quando l'utilizzazione della concessione sia resa impossibile in parte in conseguenza di opere costruite per fini di pubblico interesse dallo Stato o da altri enti pubblici. Al di fuori di tali ipotesi, il concessionario non può unilateralmente dismettere il diritto di uso esclusivo del bene demaniale, in quanto tale diritto ha natura obbligatoria nei confronti del concedente e comporta l'obbligo di utilizzare il bene per il perseguimento dell'interesse pubblico sotteso alla concessione. La rinuncia del concessionario, pertanto, non è ammissibile sulla base dei principi generali in materia di negozi abdicativi, in quanto il rapporto concessorio è caratterizzato da vincoli di scopo e da obblighi reciproci tra le parti, la cui estinzione può avvenire solo per mutuo consenso o nei casi tassativamente previsti dalla legge speciale, senza che il concessionario possa recedere unilateralmente. Conseguentemente, l'Ente concedente non è tenuto a prendere atto della rinuncia comunicata dal concessionario, né a disporre la restituzione del bene demaniale, in assenza dei presupposti di legge.