Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3193 del 21 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:3193PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, una volta revocato, non consente all'indagato di mantenere un interesse concreto ed attuale all'impugnazione, salvo che egli non deduca specificamente l'interesse a ottenere una pronuncia sulla legittimità dell'ordinanza applicativa o di conferma della misura, anche al fine di precostituirsi il titolo per una futura richiesta di equa riparazione per ingiusta detenzione. In assenza di tale deduzione, la sopravvenuta carenza di interesse determina l'inammissibilità dell'impugnazione, non configurandosi un'ipotesi di soccombenza virtuale che possa giustificare la condanna alle spese o al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. MARTELLA Ilario S. - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CU. PI. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 13/04/2007 TRIB. LIBERTA' di CAGLIARI;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. MARTELLA ILARIO SALVATORE;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. DE SANDRO ((omissis)), di inammissibilita' per sopravvenuta carenza di interesse.

RITENUTO IN FATTO

Che CU. Pi. An. ricorre contro l'ordinanza in epigrafe indicata, con la quale e' …

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