Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20422 del 13 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20422PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, avendo il possesso di denaro o altri beni mobili della pubblica amministrazione in ragione del suo ufficio o servizio, se ne appropria, integra il reato di peculato, anche qualora vi sia la possibilità astratta di compensare tali somme con propri crediti vantati nei confronti dell'ente, in assenza di una specifica delibera pubblica che destini le somme all'estinzione del debito. L'obbligo di immediata restituzione delle somme a richiesta dell'amministrazione, derivante dalla natura di mero depositario del denaro, non consente di invocare l'errore di fatto sulla pretesa impossibilità di restituzione per il disordine contabile dell'ufficio, né l'incidenza di eventuali atteggiamenti persecutori dei colleghi, in quanto tali circostanze non escludono la sussistenza dell'appropriazione indebita. Il reato di peculato si configura indipendentemente dal vantaggio conseguito dall'agente, essendo sufficiente l'interversione del possesso dei beni pubblici dalla loro destinazione originaria. La natura fungibile del denaro, inoltre, esclude la configurabilità del peculato d'uso, in quanto tale fattispecie minore non risulta prospettata dalla difesa nelle sue istanze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 09/11/2011 della Corte d'appello di Reggio Calabria visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Anna Petruzzellis;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. BAGLIONE Tindari che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Reggio Calabria con sentenza del 09/11/…

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