Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19326 del 17 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19326PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori, costruito come reato abituale di danno, richiede, ai fini dell'affermazione della responsabilità penale, l'accertamento della sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo generico, consistente nella volontà di porre in essere più condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, oltre che dell'abitualità del proprio agire. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento psicologico del reato, deve esaminare attentamente le peculiarità del caso concreto, tenendo conto della natura del rapporto tra vittima e persecutore, nonché dell'eventuale incidenza di patologie psichiatriche dell'imputato sulla sua capacità di gestione delle pulsioni emotive e di elaborazione della realtà, al fine di escludere ragionevoli ipotesi alternative di ricostruzione dei fatti che siano compatibili con una condotta non sorretta dalla volontà persecutoria. La motivazione della sentenza di condanna deve offrire una solida e razionale giustificazione circa il superamento del "dubbio ragionevole" sulla sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, senza potersi limitare ad affermazioni apodittiche o a un mero richiamo a elementi probatori che non consentano di escludere in modo convincente la prospettata versione difensiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T. - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
Avverso la sentenza del 17/10/2019 della Corte di Appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARIA TERESA BELMONTE;
sentito il Procuratore generale della Corte di cassazione Dr. Epidendio Tomaso, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;
udito l'Avvocato (OMISSIS) difensore dell'imputato, che insiste nell'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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