Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20947 del 15 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:20947PEN

Massima

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Il delitto di partecipazione ad associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando l'indagato dimostri, attraverso condotte concrete e univoche, di essere inserito stabilmente nell'organizzazione criminale, consapevole e volontario di prenderne parte, anche criticandone temporanee leadership, e di contribuire attivamente al perseguimento dei suoi scopi, come l'intimidazione, il condizionamento elettorale, la risoluzione di conflitti interni e l'esecuzione di atti ritorsivi a tutela degli interessi dei sodali. Tali elementi, valutati nel loro complesso, possono integrare il requisito della gravità indiziaria idonea a giustificare l'applicazione della misura cautelare più afflittiva, in presenza di esigenze cautelari, anche in virtù della presunzione di adeguatezza di tale misura prevista per i delitti di mafia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonell - rel. Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza in data 26 gennaio 2012 del Tribunale del riesame di Reggio Calabria nel proc. n. 42/2012;

Letti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione svolta dal consigliere Antonella Patrizia Mazzei;

sentito il pubblico ministero presso questa Corte di cassazione, in persona del sostituto procuratore generale, Dott. FRATICELLI Mario, il quale ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentito il dif…

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