Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12326 del 23 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:12326PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, può essere desunta da un complesso di elementi probatori, quali l'analisi dei tabulati telefonici e il contenuto delle intercettazioni, che dimostrino in modo circostanziato il suo apporto partecipativo all'azione criminosa, anche laddove l'indagato fornisca spiegazioni alternative circa la natura dei rapporti con il concorrente, le quali, pur potendo costituire una diversa ricostruzione in punto di fatto, non valgono a inficiare la valutazione complessiva del quadro indiziario ritenuto grave dal giudice di merito. Pertanto, il giudizio di legittimità non può spingersi sino al riesame di tali accertamenti fattuali, che esulano dall'ambito del sindacato di legittimità, essendo rimessi alla discrezionalità del giudice di cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. ALMA Marco Maria - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1195/2015 lib. emessa dal Tribunale del riesame di Palermo in data 28 settembre 2015.
Sentita la relazione svolta in pubblica udienza dal consigliere dott. Cosimo D'Arrigo;
udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GALLI Massimo, che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha insistito nell'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale del r…

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