Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25867 del 12 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25867PEN

Massima

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Il reato di lesioni personali richiede la prova dell'elemento soggettivo del dolo generico, ossia la coscienza e volontà di cagionare un danno fisico alla persona offesa. Tuttavia, quando le risultanze processuali evidenziano una reciprocità di azioni violente e di conseguenze lesive tra le parti, in un contesto di conflittualità familiare pregresso, il giudice può legittimamente ritenere non provata l'autonoma e unilaterale volontà aggressiva dell'imputato, pur non riconoscendogli una posizione di ineludibile alternativa tra agire o subire. In tali casi, il principio di diritto applicabile è che la valutazione complessiva delle circostanze fattuali, anche se alternativa a quella prospettata dal ricorrente, rientra nell'insindacabile apprezzamento del giudice di merito, purché logicamente e razionalmente motivata sulla base degli elementi probatori acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CALTANISSETTA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2/2009 GIUDICE DI PACE di VILLAROSA, del 16/06/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Scardaccione E. che ha concluso per il rigetto del ricorso del PG;

Udit…

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