Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33931 del 12 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:33931PEN

Massima

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Il reato di ricettazione di cui all'art. 648 c.p., comma 2, costituisce una circostanza attenuante e, ai sensi dell'art. 157 c.p. come modificato dalla L. n. 251 del 2005, nel calcolo del termine di prescrizione non si tiene conto dell'effetto delle attenuanti. Di conseguenza, il termine prescrizionale per il reato di ricettazione è pari alla pena edittale prevista dall'art. 648 c.p., comma 1, ovvero 8 anni, che viene aumentato di un quarto in caso di interruzione della prescrizione, raggiungendo così i 10 anni. Tale termine non risulta trascorso al momento della pronuncia della sentenza impugnata, pertanto il provvedimento deve essere annullato limitatamente al capo di imputazione relativo al reato di ricettazione e gli atti devono essere trasmessi al giudice competente per il nuovo giudizio di appello, in quanto la sentenza che dichiara l'improcedibilità dell'azione penale ed estinzione del reato è appellabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procuratore Generale presso la Corte d'appello di Venezia;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del Tribunale di Rovigo del 9 giugno 2015, depositata il 3 novembre 2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Gabriele MAZZOTTA, che ha chiesto l'…

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