Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47855 del 25 novembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:47855PEN

Massima

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Il reato di deturpamento o imbrattamento di cose altrui, previsto dall'art. 639 c.p., è procedibile d'ufficio, indipendentemente dalla presentazione di querela da parte del soggetto offeso, quando l'attività illecita abbia ad oggetto beni immobili, come parti di un edificio. Pertanto, il giudice non può dichiarare l'improcedibilità dell'azione penale per difetto di querela in relazione a tale fattispecie, essendo tenuto a pronunciarsi nel merito e, ove ne ricorrano i presupposti, a condannare l'imputato al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita. La motivazione della sentenza che, al contrario, escluda la procedibilità d'ufficio del reato e revochi le statuizioni civili, risulta contraddittoria e illogica, in quanto non tiene conto della natura del bene oggetto della condotta illecita e della disciplina codicistica che regola la procedibilità di tale reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. ALMA Marco Mar - rel. Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS) - parte civile;
nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/04/2018 della Corte di Appello di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Marco Maria Alma;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Lori Perla, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il dif…

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