Il reato di minaccia, ai fini della sua configurabilità, deve essere valutato tenendo conto del contesto e del momento in cui l'espressione minacciosa è stata proferita, avuto riguardo ai toni utilizzati e alla cornice di riferimento, senza che rilevi la mera percezione soggettiva della persona offesa di essersi sentita effettivamente intimidita. Pertanto, la qualificazione di una condotta come minacciosa non può prescindere da un'attenta disamina del caso concreto, volta a verificare se l'espressione adoperata, anche se offensiva, abbia assunto una reale portata intimidatoria, ovvero se si sia trattato di una mera reazione di carattere offensivo scaturente dalla relazione conflittuale tra l'imputato e la persona offesa. Inoltre, il termine di prescrizione del reato di minaccia può essere sospeso per effetto di specifiche disposizioni normative, come quelle introdotte durante l'emergenza sanitaria da COVID-19, che hanno previsto la sospensione dei termini processuali per un determinato periodo, incidendo sulla decorrenza della prescrizione.