Cassazione penale Sez. II sentenza n. 51256 del 21 dicembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:51256PEN

Massima

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Il reato di truffa si configura quando l'agente, con artifizi o raggiri, induce in errore la persona offesa, facendole compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio vantaggio. A tal fine, non è necessaria la prova di un danno effettivo, essendo sufficiente l'induzione in errore e il conseguente ingiusto profitto, anche se di modesta entità. La responsabilità penale può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di prova, senza che sia necessaria la dimostrazione di ogni singolo passaggio della condotta fraudolenta. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle circostanze attenuanti generiche, potendo negarne la concessione sulla base di un solo elemento rilevante, come la gravità del fatto o le modalità di esecuzione del reato, senza che ciò comporti un vizio di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. D'AURIA Donato - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - est. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/10/2022 della Corte di appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione della causa svolta dal consigliere ((omissis));
lette le conclusioni scritte del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Roma ha confermato la condanna del ricorre…

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