Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31271 del 20 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:31271PEN

Massima

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Il concetto di appartenenza ad un'associazione di tipo mafioso, rilevante ai fini dell'applicazione delle misure di prevenzione, si distingue da quello di partecipazione al reato di cui all'art. 416-bis c.p. e comprende ogni comportamento che, pur non integrando gli estremi del reato, sia comunque funzionale agli interessi del sodalizio criminoso e costituisca una sorta di terreno favorevole permeato di cultura mafiosa. Tuttavia, la presunzione di pericolosità sociale derivante dall'accertata appartenenza all'associazione non può ritenersi assoluta, ma richiede una puntuale motivazione in ordine all'attualità della sussistenza di tale requisito, specie quando gli elementi rivelatori dell'inserimento nell'organizzazione criminale siano significativamente lontani nel tempo. Ai fini della confisca di prevenzione, è sufficiente che il soggetto destinatario della proposta fosse persona pericolosa al momento dell'acquisto del bene, essendo irrilevante l'attualità della pericolosità sociale, purché il decreto di primo grado sia stato emesso nella vigenza della nuova disciplina introdotta dalla L. n. 125 del 2008. In tal caso, la motivazione del provvedimento di confisca non può dirsi inesistente o meramente apparente ove offra ragionevoli indicazioni per affermare che i beni confiscati costituiscano il reimpiego dei proventi di attività illecite, anche sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. CORBO Antoni - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 10 febbraio 2015 della Corte d'appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CORBO Antonio;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FILIPPI Paola, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. C…

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