Cassazione penale Sez. II sentenza n. 121 del 7 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:121PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per tentata estorsione, rigetta il ricorso ritenendolo manifestamente inammissibile. Il principio di diritto affermato è che il ricorrente, anziché denunciare vizi di legittimità della sentenza impugnata, si limita a prospettare una mera critica alla ricostruzione in fatto operata dai giudici di merito, attraverso una rilettura alternativa degli elementi probatori, il che è estraneo alle questioni devolvibili in sede di legittimità. Inoltre, il motivo relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche è inammissibile, sia per carenza di specificità, sia perché la relativa statuizione dei giudici di appello è ritenuta immune da vizi. Ne consegue che il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso, condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in applicazione dei principi affermati dalla Corte Costituzionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo L. - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - rel. Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FE. DO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1506/2004 CORTE APPELLO di SALERNO, del 18/09/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 04/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALBERTO MACCHIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza del 18 settembre 2007, la Corte di appello di Salerno ha confermato la sen…

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