Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26018 del 7 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:26018PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico si configura quando la falsa denuncia di smarrimento di documenti, come la patente di guida, recante l'attestazione di ricezione da parte dell'organo di polizia, determina una dichiarazione mendace che ha efficacia probatoria, in quanto presupposto necessario per attivare il procedimento amministrativo di rilascio del duplicato del documento. Tale condotta, anche se posta in essere in buona fede e senza l'intento di ingannare la pubblica fede, integra gli estremi del reato di cui all'art. 483 c.p., in quanto l'attestazione del pubblico ufficiale ha una indubbia efficacia probatoria, indipendentemente dalla concreta idoneità della falsa dichiarazione a trarre in inganno. La particolare tenuità del fatto e il falso innocuo sono istituti ontologicamente diversi, non essendo applicabile la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a un reato che presenta tutti gli elementi costitutivi, ma che determina un'alterazione irrilevante ai fini dell'interpretazione dell'atto. La mancata rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale, richiesta dall'imputato, non integra una violazione del diritto di difesa quando l'imputato, contumace in primo grado, non abbia poi reso interrogatorio né prodotto la documentazione che domandava di produrre, sopportando così le conseguenze della propria inerzia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. MOROSINI E. Maria - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/01/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa MOROSINI Elisabetta Maria;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. GAETA Pietro, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Milano ha confer…

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