Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45521 del 28 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:45521PEN

Massima

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Il reato di falsa dichiarazione di identità personale, di cui all'art. 495 c.p., sussiste quando l'agente rende false dichiarazioni attestanti il proprio stato o altre qualità della propria persona, destinate ad essere riprodotte in un atto pubblico o in un atto avente efficacia probatoria, a prescindere dalla circostanza che la norma incriminatrice abbia subito modifiche nel tempo, essendo il disvalore penale incentrato sulla condotta di attestazione falsa. Pertanto, ai fini dell'applicazione della norma, rileva la condotta posta in essere dall'agente e non la formulazione della disposizione vigente al momento della commissione del fatto, dovendosi applicare la disciplina più favorevole al reo solo ove questa risulti effettivamente più favorevole nel caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/01/2015 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/03/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROSA PEZZULLO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Cardia Delia, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore dell'imputato avv.to (OMISSIS), in sostituzione dell'avv.to (…

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