Il Comune, sentiti l'azienda sanitaria e l'ordine provinciale dei farmacisti competenti per territorio, può individuare le zone nelle quali collocare nuove farmacie al fine di assicurare un'equa distribuzione sul territorio e garantire l'accessibilità del servizio farmaceutico anche a quei cittadini residenti in aree scarsamente abitate, tenendo conto della densità demografica complessiva del Comune e non solo della zona specifica. Tale potere comunale permane anche dopo la scadenza del termine perentorio previsto dalla legge per l'individuazione delle nuove sedi, fino all'eventuale esercizio dei poteri sostitutivi da parte della Regione o dello Stato. I criteri di localizzazione delle nuove farmacie, come la densità abitativa e la presenza turistica, rientrano nella discrezionalità del Comune e non devono necessariamente privilegiare le zone scarsamente abitate, essendo sufficiente che l'ubicazione assicuri un'equa distribuzione sul territorio e l'accessibilità del servizio. Il parere non vincolante dell'ordine provinciale dei farmacisti, reso dal consiglio dell'ordine, è validamente espresso nell'ambito delle competenze attribuitegli dalla legge. La norma che fa riferimento ai dati del censimento 2010 per l'istituzione di nuove farmacie non è illegittima per il fatto che i dati del censimento 2011 siano stati resi noti successivamente, in quanto il legislatore non era tenuto a prendere in considerazione informazioni non ancora disponibili al momento dell'adozione della disciplina.