Il reato di violazione di domicilio di cui all'art. 614 c.p. non sussiste quando l'imputato, pur sporgendosi con il busto nella proprietà altrui, non si introduce fisicamente nelle appartenenze della privata dimora, ma mantiene i piedi e le gambe nella propria proprietà, essendo tale condotta riconducibile al diverso reato contravvenzionale di getto pericoloso di cose di cui all'art. 674 c.p. La violazione di domicilio, quale reato contro la persona, richiede l'effettiva introduzione fisica dell'agente nelle appartenenze della privata dimora altrui, non essendo sufficiente il mero sporgersi o l'invasione dello spazio aereo sovrastante la proprietà, atteso che tali condotte possono al più integrare fattispecie contravvenzionali di diversa natura. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di violazione di domicilio, è necessario che l'agente superi materialmente i confini della proprietà altrui, penetrando all'interno delle sue appartenenze, senza che sia sufficiente il mero sporgersi o l'invasione dello spazio aereo sovrastante, essendo tali condotte riconducibili a fattispecie contravvenzionali diverse.