Il rilascio di un titolo edilizio sulla base di una rappresentazione non veritiera da parte del privato richiedente dello stato di fatto e di diritto dei luoghi legittima l'esercizio del potere di autotutela da parte dell'amministrazione comunale per l'annullamento del titolo stesso, senza che sia necessaria l'esplicitazione di particolari ragioni di pubblico interesse, le quali devono ritenersi sussistenti in re ipsa. In tale ipotesi, infatti, non può configurarsi in capo al privato una posizione di legittimo affidamento tutelabile, atteso che l'interesse pubblico al ripristino della legalità violata prevale sull'interesse del privato alla conservazione del titolo edilizio ottenuto in modo illegittimo. Pertanto, l'amministrazione può procedere all'annullamento in autotutela del titolo edilizio anche a distanza di molto tempo dal suo rilascio, senza che il decorso del tempo possa rilevare ai fini della tutela dell'affidamento del privato. Inoltre, il privato non può addossare all'amministrazione le conseguenze sfavorevoli derivanti da comportamenti illeciti di terzi, come la realizzazione di opere abusive, essendo suo onere rappresentare in modo completo ed esaustivo lo stato dei luoghi, a prescindere dalla conformità o meno di tali opere al diritto. Infine, il diritto di uso sulle aree a parcheggio ex art. 41-sexies della l. n. 1150/1942 ha natura reale ed è soggetto a prescrizione ventennale, ma ciò non comporta l'estinzione del vincolo pubblicistico di destinazione a parcheggio, che rimane immodificabile.