Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5338 del 5 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:5338PEN

Massima

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Il sequestro probatorio di dati informatici, in quanto finalizzato alla conservazione di elementi di prova, può riguardare sia il singolo apparato o sistema informatico, sia il dato informatico in sé, inteso come "recipiente" di informazioni. Nell'ipotesi in cui il dato informatico sia riconducibile alla nozione di atto o documento, la restituzione del supporto fisico su cui il dato è contenuto non elimina l'interesse all'impugnazione del provvedimento ablativo, qualora il titolare dimostri la lesione di interessi primari, come il diritto alla riservatezza o al segreto, conseguente all'indisponibilità delle informazioni. Tale interesse deve essere concreto, attuale e specifico, non potendo ritenersi sufficiente una generica allegazione. In assenza di tale dimostrazione, l'istanza di riesame è inammissibile per carenza di interesse, a nulla rilevando la mera possibilità di utilizzo probatorio delle informazioni acquisite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. VERGA G. - rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI VARESE;
nei confronti di:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 32/2017 TRIB. LIBERTA' di VARESE, del 06/07/2017;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIOVANNA VERGA;
sentite le conclusioni del PG Dott. DI NARDO Marilia, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio.
Udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha chiesto l'inammissibilita' o…

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