Il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione altrui integrano reati distinti e autonomi, configurabili anche quando le persone coinvolte nella attività di meretricio siano determinate in modo autonomo a prostituirsi. Infatti, il favoreggiamento sussiste quando l'agente agevola concretamente l'esercizio della prostituzione, ad esempio indicando ai clienti le donne disponibili o mettendo a loro disposizione luoghi idonei allo svolgimento dell'attività. Lo sfruttamento, invece, ricorre quando l'agente trae un vantaggio economico dalla prostituzione altrui, come nel caso in cui imponga alle donne di versargli una somma di denaro per ogni prestazione sessuale effettuata. Tali condotte, pertanto, integrano autonomamente i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, a prescindere dalla volontarietà della scelta di prostituirsi da parte delle persone coinvolte. La pena per tali reati non può essere diminuita in ragione della determinazione autonoma delle vittime a prostituirsi, in quanto l'ordinamento giuridico tutela la dignità della persona umana e il divieto di sfruttamento della prostituzione altrui, a prescindere dalla volontarietà della scelta di prostituirsi.