Il certificato di collaudo di un'opera pubblica, decorsi due anni dalla sua emissione, assume carattere definitivo e tacitamente approvato, anche in assenza dell'atto formale di approvazione da parte dell'amministrazione committente entro i successivi due mesi, costituendo titolo idoneo per il pagamento del saldo dovuto all'appaltatore. L'inerzia dell'amministrazione nel procedere all'approvazione del collaudo non può paralizzare i diritti dell'appaltatore, il quale può agire per il pagamento senza necessità di mettere in mora l'amministrazione, essendo onere di quest'ultima dimostrare che il ritardo nell'approvazione non sia imputabile alla sua condotta. Pertanto, il certificato di collaudo, anche se non formalmente approvato, integra prova sufficiente del diritto dell'appaltatore al pagamento del saldo, salvo le eventuali rettifiche contabili apportate dal collaudatore, non potendo il giudice negare tale diritto per la sola mancanza dell'atto di approvazione, quando questo sia intervenuto tacitamente per decorso del termine di legge.