Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21509 del 22 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21509PEN

Massima

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Il reato di ingiuria ad inferiore si configura quando un militare di grado superiore rivolge ad un militare di grado inferiore espressioni lesive del suo decoro e della sua dignità, a prescindere dalla volontà di ingiuriare e dalla percezione di offesa da parte del soggetto passivo, in quanto il reato tutela sia la dignità morale della persona sia il bene indisponibile della disciplina militare. Pertanto, il comportamento complessivo tenuto dall'agente, anche nei giorni precedenti, può essere rilevante ai fini della valutazione della valenza dispregiativa delle espressioni utilizzate, senza che assumano rilievo eventuali condotte aggressive o irriguardose della persona offesa, in quanto il dovere di mantenere la disciplina militare grava sul superiore gerarchico. La pena irrogata deve essere proporzionata alla gravità della condotta, tenendo conto delle circostanze del caso concreto, senza che assumano rilievo le motivazioni soggettive dell'agente o la sua volontà di riaffermare la propria dignità e autorità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Presidente

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 86/2013 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 27/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che ha chiesto l'accoglimento del rico…

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