Il provvedimento di sequestro di prevenzione finalizzato alla confisca di beni, adottato dal tribunale competente ai sensi del codice antimafia, è impugnabile con ricorso per cassazione solo per violazione di legge, mentre il provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca del sequestro è inoppugnabile, essendo l'unico rimedio esperibile l'opposizione da proporre con la forma dell'incidente di esecuzione ai sensi dell'art. 666 c.p.p. Qualora il proposto presenti un ricorso avverso il provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca del sequestro, anziché l'opposizione, il giudice deve limitarsi a qualificare correttamente l'atto, convertendolo in ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 568, comma 5, c.p.p., senza pronunciarsi nel merito, in quanto la preclusione di cui all'art. 666, comma 2, c.p.p. impedisce la riproposizione di una domanda già rigettata, salvo che non vengano dedotti nuovi fatti o questioni di diritto. Il giudice, pertanto, non può rigettare nel merito il ricorso presentato dal proposto, ma deve limitarsi a disporre la trasmissione degli atti al giudice competente per la trattazione del ricorso per cassazione.