Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La fattispecie di trasferimento fraudolento di valori (art. 512-bis c.p.) è un reato a forma libera che si concretizza nell'attribuzione fittizia della titolarità o disponibilità di denaro, beni o altre utilità, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale. Per la sua configurazione è necessario accertare non solo l'interposizione fittizia, ma anche il dolo specifico dell'autore di voler eludere le misure di prevenzione. Inoltre, quando il reato riguarda attività imprenditoriali, esso può configurarsi sia nel momento iniziale dell'impresa che in una fase successiva, quando in un'attività sorta in modo lecito si inserisce un terzo quale socio occulto che, avvalendosi dell'interposizione fittizia, persegue finalità illecite. La prova della provenienza illecita dei capitali impiegati non è necessaria, essendo sufficiente che le risorse provengano da un soggetto potenzialmente assoggettabile a misure di prevenzione. Infine, l'elemento soggettivo del dolo specifico di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale deve essere accertato in concreto, non essendo sufficiente la mera consapevolezza, da parte dell'intestatario fittizio, della precedente condanna del socio occulto.