Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35256 del 18 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:35256PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso mediante dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, di cui agli artt. 76 del D.P.R. n. 445/2000 e 483 c.p., sussiste anche quando la dichiarazione, pur non corrispondendo al vero, attesti una mera disponibilità futura e non l'attuale presenza di fatti o situazioni, purché l'autore abbia consapevolmente reso una dichiarazione non veritiera, idonea a trarre in inganno la pubblica amministrazione. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà di rendere una dichiarazione non corrispondente al vero, a prescindere dalla concreta realizzazione del fatto futuro dichiarato. Ciò in quanto il falso non deve necessariamente riguardare un fatto certo, presente o passato, ma può riferirsi anche a un fatto futuro e possibile, purché l'autore abbia agito con dolo, essendo consapevole della non veridicità di quanto dichiarato. Pertanto, la condanna per il reato di falso ideologico in atto pubblico è legittima anche quando l'imputato abbia reso una dichiarazione sostitutiva attestante la propria disponibilità ad ospitare determinati soggetti, senza che tale situazione si sia poi concretamente realizzata, qualora risulti provata la sua consapevolezza della non corrispondenza al vero di quanto dichiarato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto Luig - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/02/2016 della CORTE APPELLO di CAGLIARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. MICCOLI GRAZIA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI LEO GIOVANNI;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. DI LEO Giovanni, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
Pe…

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