Il provvedimento di diniego di sdemanializzazione di un bene demaniale marittimo, adottato dall'Agenzia del Demanio senza il previo preavviso di rigetto ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241 del 1990, deve essere annullato, anche in assenza di dimostrazione da parte dell'Amministrazione che il provvedimento non avrebbe potuto avere contenuto diverso, in quanto il procedimento di sdemanializzazione, pur potendo essere attivato d'ufficio, può essere avviato anche su istanza di parte, con la conseguente applicazione della disciplina partecipativa di cui all'art. 10-bis. L'Amministrazione, nel valutare l'istanza di sdemanializzazione, deve tenere conto esclusivamente del requisito dell'utilizzabilità per i pubblici usi del mare, senza poter considerare altri interessi pubblici, come quelli ambientali, dominicali, paesaggistici o idrogeologici, che esulano dal perimetro normativo dell'art. 35 del codice della navigazione. Tuttavia, l'Amministrazione può legittimamente negare la sdemanializzazione qualora ritenga necessario un esame unitario e coordinato di tutte le istanze di sdemanializzazione presentate nell'ambito di una medesima area demaniale, al fine di preservare la continuità della dividente demaniale marittima e garantire il soddisfacimento di una pluralità di interessi pubblici, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata e preceduta dalla comunicazione dei motivi ostativi all'accoglimento dell'istanza.