Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32370 del 10 agosto 2009

ECLI:IT:CASS:2009:32370PEN

Massima

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Il concorso nel reato di estorsione aggravata può essere legittimamente ritenuto sulla base di convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia e persone offese, anche in assenza di prove dirette, quando il soggetto concorrente sia un esponente di spicco di un'organizzazione di tipo mafioso che si avvale di giovani del posto per commettere le estorsioni, sfruttando il timore reverenziale derivante dalla sua appartenenza all'associazione criminale e l'esigenza di andare incontro alle necessità materiali degli appartenenti al sodalizio e delle famiglie di quelli in stato di detenzione. In tali casi, la ricorrenza dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 può essere logicamente desunta dai dati probatori, senza che sia necessaria una prova diretta del metodo mafioso. Il diniego dell'attenuante di cui all'art. 114 c.p. è adeguatamente motivato quando il concorrente abbia svolto un concreto ruolo negli episodi criminosi e intrattengano un rapporto fiduciario con l'esponente di spicco dell'organizzazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) VI. CL. , N. IL (OMESSO);

2) RI. CR. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 01/02/2006 CORTE APPELLO di LECCE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. CORTESE ARTURO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

FATTO

I ricorrenti Vi. e …

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