Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25255 del 5 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:25255PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura quando vi siano reiterate condotte di violenza fisica e morale, anche in assenza di un quadro di prostrazione psicologica della vittima, purché tali comportamenti siano idonei a cagionare sofferenze fisiche e psichiche, umiliazioni e sensazione di assoggettamento, così da compromettere gravemente la serenità e l'equilibrio familiare. La responsabilità penale dell'imputato può essere accertata sulla base di un complesso di elementi probatori, tra cui le dichiarazioni della persona offesa, dei testimoni oculari e i referti medici, senza che sia necessario il riscontro di una condizione di particolare vulnerabilità della vittima. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova, purché la motivazione sia logica, coerente e rispettosa dei principi di ragionevolezza e di non contraddittorietà. L'imputato non può contestare la scelta del rito abbreviato effettuata dal suo precedente difensore, in assenza di specifiche previsioni di legge che consentano di invalidare tale scelta per vizi del consenso, essendo il processo penale regolato da norme tassative in materia di nullità e inutilizzabilità degli atti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/10/2017 della Corte di appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa VIGNA ((omissis))na;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CANEVELLI Paolo che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che si e' riportata ai motivi del ricorso.
RITENUTO IN FATT…

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