Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45270 del 4 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:45270PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando la condotta dell'imputato, caratterizzata da azioni violente e minacciose, è inequivocabilmente finalizzata a opporsi consapevolmente e volontariamente all'esecuzione di un atto d'ufficio da parte del pubblico ufficiale, anche in presenza di altri agenti di polizia. La sussistenza del reato non è esclusa dalla mera impazienza o involontarietà del gesto, ma è comprovata dalla natura aggressiva e deliberata dell'azione, diretta a impedire l'adempimento dei doveri d'ufficio del pubblico ufficiale, come l'invito a rientrare in cella. In tali casi, il trattamento sanzionatorio applicato deve ritenersi adeguato alla gravità della condotta tenuta dall'imputato, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la mera negazione della volontarietà dell'azione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLIVA Bruno - Presidente

Dott. AGRO' ((omissis)) - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

AB. VI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 21/03/2006 CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SERPICO FRANCESCO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. C. STABILE, che ha concluso per: dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Sull'appello proposto da AB. VI. avverso la sentenza d…

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