Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 24107 del 29 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:24107PEN

Massima

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La violenza sulle cose, quale aggravante del reato di furto ai sensi dell'art. 625 n. 2 c.p., si configura quando l'agente, per commettere il fatto, manomette o danneggia l'opera dell'uomo posta a difesa o a tutela del patrimonio altrui, in modo che per riportarla alla sua originaria funzione sia necessaria un'attività di ripristino. Tuttavia, tale aggravante non ricorre nel caso in cui l'agente si sia limitato a rimuovere il cartellino identificativo del bene sottratto, senza danneggiare o manomettere il dispositivo antitaccheggio o altro strumento di protezione della merce, in assenza di prova circa il momento in cui tale rimozione sia avvenuta e del nesso di contestualità tra questa e l'impossessamento del bene. In tali ipotesi, ove non sia contestata l'aggravante del mezzo fraudolento, il fatto integra il reato di furto semplice, procedibile a querela della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. DOVERE Salvatore - Consigliere

Dott. TORNESI ((omissis)) - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Mariarosaria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/02/2017 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PEZZELLA VINCENZO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ZACCO FRANCA, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche', esclusa l'aggravante contestata, l'azione penale non poteva essere iniziata per dif…

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